“Sono molto disorientata rispetto a quanto sta accadendo”

VeraVera Nasonova, collaboratrice scolastica alla “Cotugno-Carducci-giovanni XXIII”
Originaria di Mariupol, si racconta al settimanale diocesano Luce e Vita

Sono venuta in Italia per lavoro, mi occupavo di turismo e sono arrivata a Molfetta. Poi il matrimonio nel 1992 e due figli. Fu don Tonino Bello ad accogliermi in episcopio quando, inviati da don Mario Favuzzi, andammo a chiedere di poterci sposare, io ortodossa, mio marito cattolico. E lui fu subito accogliente e pronto a dare il suo consenso. Ricordo il suo volto rasserenante, disponibile.
Nelle mie vene scorre sangue russo-ucraino.
Sono nata a Mariupol, in Ucraina, da madre siberiana e padre russo. Mio padre era un ufficiale dell’esercito e ci siamo spostati più volte nell’ambito della ex Unione Sovietica, fino ad approdare a Dnipropetrovsk. Lì ho studiato per poi laurearmi in Economia e Commercio a Kharkiv. In Italia ho fatto molti lavoratori occasionali, come interprete per il Tribunale di Trani e la Camera di Commercio di Bari. Faccio parte di un’associazione Meetup Russo che si occupa di promozione di cultura e di lingua russa, preparando per le certificazioni linguistiche. Adesso lavoro come collaboratrice scolastica organico covid, a Ruvo.
In Ucraina, a Cercasy a 250 Km da Kiev, vive il mio papà, mentre la sua famiglia – fratelli e nipoti – vive a Mariupol.
Come stanno vivendo questa situazione di guerra? Sono ottimisti perchè noi siamo un popolo ottimista per natura. Ma certamente preoccupati. Preoccupati per oggi e per domani perché è una situazione che è precipitata come un fulmine a ciel sereno e cercano di mettersi al sicuro. I miei cugini non escono di casa e si sono radunati tutti in un appartamento di una mia cugina. Vivono tutti insieme per supportarsi uno con l’altro, incoraggiarsi a vicenda. Mentre una mia zia non ha voluto lasciare la casa, vive da sola in un villaggio e non ha voluto raggiungere i figli, solo che non abbiamo notizie perchè sembra sia caduto un missile dalle sue parti, ma sappiamo che è accaduto molto distante da casa sua. Il problema è che in quel villaggio adesso non c’è acqua nè luce e quindi non è possibile ricaricare i telefoni e sentirsi. Aspettiamo che si ripristini tutto. Del resto nemmeno i figli possono andare a trovarla perchè Mariupol è circondata dai militari ucraini e nessuno può uscire da casa.

Oggi (domenica 27 febbraio, ndr) abbiamo fatto una videochiamata e mi hanno fatto vedere le finestre oscurate con coperte per proteggersi dai vetri rotti. Una finestra barricata con le valigie. Le borse pronte per eventuale fuga, con i documenti in vista. Mi ha colpito il fatto che si portino dietro una ciotola di plastica per… utilizzarla per i servizi igienici*.
Le ragioni dell’invasione da parte di Putin sono tante. Ad esempio non sono stati mai rispettati gli accordi di Minsk, cioè il cessate il fuoco immediato, lo scambio dei prigionieri (avvenuto) e l’impegno, da parte dell’Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Doneck e Lugansk. Tuttavia, nonostante abbia portato ad un’iniziale diminuzione delle ostilità, l’accordo non è stato rispettato. Ogni tanto venivano lanciati alcuni missili, sparatorie, perchè in realtà non c’è stata mai pace in queste zone; non sono state riconosciute repubbliche indipendenti.
La Nato in Ucraina certamente dà fastidio a Putin e penso che ci sia stato un insieme di cause. Io non mi aspettavo questa invasione perchè parlando di Russia e Ucraina parliamo di Unione Sovietica, cioè di paesi che hanno condiviso storia e valori comuni per tanto tempo. Siamo molto patrioti, ma questa è una cosa che è andata perdendosi nel tempo. I nostri valori sono il rispetto verso l’altro, verso gli anziani, l’educazione, il lavoro, l’aiuto al prossimo. Nella scuola, ad esempio, c’è molto più rispetto che in Italia.
In Russia ci sono molte persone che condannano Putin, ma soprattutto condannano la guerra e non mi spiego perchè lo abbia fatto. Molti lo ritengono un dittatore, però c’è da dire che per governare un grande paese come la Russia occorre essere molto di pugno. Me lo confermavano alcuni giovani imprenditori russi, a Bari, che osservavano la necessità di un carattere come quello di Putin per metter ordine tra le mille etnie, culture e tradizioni presenti.
Io sono molto disorientata rispetto a quanto sta accadendo. Non me lo spiego. Ovviamente mi preoccupo per i miei parenti, ma c’è da dire che in Ucraina si lamentano tutti della corruzione, dell’illegalità perchè pare che gli ultimi governi abbiano svenduto la nazione a potenze esterne. La gente fuggiva all’estero per trovare lavoro. Dico questo perchè me lo raccontano parenti e amici, essendo io in Italia ormai da più di 30 anni.
A proposito dell’Italia gli Ucraini e i Russi amano gli Italiani. Sono popoli che hanno tanta curiosità verso la cultura e il popolo italiano. Quando ero ragazza c’erano famosi cantanti italiani che noi adoravamo. Il Festival di Sanremo era un grande attesa. E sto parlando dell’Unione Sovietica, cioè prima dell’indipendenza. C’era un bellissimo intreccio di culture. Ancora oggi in Russia quando sentono parlare italiano si accendono di entusiasmo.
Sul piano della religione non sono molto informata, ma certamente in Ucraina occidentale c’è una comunità di cattolici; prevalgono i cristiani ortodossi. Io vivo una fede molto intima, ma poco praticante. Sono convinta però che la religione e le autorità religiose con il popolo possono e devono far sentire la loro voce, anche perchè Putin è molto credente e c’è una forte interazione tra potere politico e patriarcato. Quindi dovrebbero aprire il dialogo.
La mia attesa è certamente la pace perchè siamo tutti fratelli. Ciascuno di noi, io compresa, ha parenti tra Russia e Ucraina, siamo tutti fratelli, parliamo quasi la stessa lingua che per certi versi è un misto tra lingua ucraina e russo. Non ha senso questa contrapposizione. I nazionalismi ci sono sempre stati, ma adesso la situazione è molto critica.
Mi auguro che le trattative siano avviate e portino alla sospensione del conflitto e alla sottoscrizione di accordi. Viceversa le cose andranno molto male, si aggraveranno.
Non sento di potermi definire patriota ucraina o russa, non andrei a costruire molotov e sono molto attenta all’informazione distorta. Adesso mi sento solo spaesata.

*L’articolo è datato domenica 28 febbraio. Le ultime informazioni da parte di Vera ci dicono che non ha più contatti con i parenti a causa delle linee elettriche inattive e l’impossibilità di ricaricare i cellulari

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