Caro diario, ti scrivo…

2 aprile 2020

Caro diario,
finalmente ti riscrivo dopo tanto tempo.
In questo ultimo periodo sono stata molto impegnata, ma adesso ho tanto tempo per scriverti.
Nell’arco di poche settimane sono cambiate così tante cose… sentivamo parlare di un virus stranamente pericoloso che dilagava in Cina disseminando morti in particolare a Whuan, città che poi è stata completamente chiusa e in quarantena totale per cercare di arginare il contagio e soprattutto i morti. Ma ci sembrava tutto così lontano, strano, brutto. Credevamo che qui da noi  non sarebbe mai arrivato. In Italia a febbraio ci dicevano in tutte le trasmissioni televisive e con spot del Ministero della Salute con protagonista Mirabella che si trattava di un virus simile all’influenza e il cui contagio era molto difficile. Ed io mi chiedevo come mai allora in casa sentivo parlare di tanti morti in Cina e che il virus non era così innocuo come quello dell’influenza stagionale. Non ci stavo capendo più nulla. Non mi è ancora chiaro come, ma in un battito di ciglia questo malefico virus è arrivato in Italia, precisamente a Codogno e da lì siamo caduti in un abisso di sofferenza.
Il giorno 5 marzo, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha ufficialmente chiuso le scuole fino al 15 marzo. Ma poi questo termine è stato prorogato fino al 3 aprile e poi ieri fino al 13 aprile e forse si andrà oltre. Devi sapere che nel mondo, ma soprattutto in Cina e in Italia, si è diffuso questo virus come una terribile epidemia: COVID19 o più comunemente chiamato Coronavirus.
L’Organizzazione mondiale della Sanità è profondamente preoccupata dai livelli allarmanti di diffusione, contagio e virulenza del Covid19. Ed io ne sono molto preoccupata. Mi sembra di vivere in un film, un brutto sogno da cui voglio svegliarmi prima possibile. Poi l’11 Marzo, in conferenza stampa alle ore 18, il capo della protezione civile Borrelli, ha riferito il “quotidiano bollettino di guerra”: 12.462 i casi totali in Italia da quando c’è l’emergenza Coronavirus; gli attuali positivi sono 10.590, 1.045 i guariti dimessi e 827 i morti, e poi ha comunicato che l’Oms ha dichiarato questa epidemia una pandemia in quanto il virus ha attaccato tutto il mondo. Termini di cui ignoravo il significato e la differenza fino ad ora. E numeri pazzeschi che rileggo con stupore. Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione del genere.
Il Covid19  è un virus molto pericoloso, poiché si trasmette velocemente e attacca le vie respiratorie, in particolare infiamma i polmoni riempiendoli di vescicole procurando così una grave polmonite. Nei casi più gravi le persone d’improvviso non riescono più a respirare avendo così bisogno della terapia intensiva con respiratori o vengono intubati. Fino ad ora ci sono stati molti decessi, in media circa 700 al giorno, e tutta l’Italia è stata dichiarata zona rossa, dobbiamo stare tutti a casa per decreto del Presidente del Consiglio Conte; può uscire solo un membro per famiglia, munito di mascherina, per fare la spesa o andare in farmacia. Può uscire anche chi deve andare a lavoro come il mio papà, al quale mi raccomando sempre di stare attento; invece mamma lavora da casa in smart working. Siamo praticamente tutti agli arresti domiciliari, ma questo sacrificio di ognuno di noi è necessario per poter fermare il contagio di questo malefico virus. Anche se ci sono ancora persone egoiste e nuove promesse della maratona che vanno a correre o  passeggiare, mentre noi dobbiamo stare chiusi in casa. Mi chiedo dove sia finito il senso civico e il rispetto altrui. Boh. D’altronde come mi dice il nonno, a suo papà era stato chiesto di andare in guerra per aiutare il suo paese, a noi viene solo chiesto di stare comodamente a casa, al caldo con tutti i comfort. Di certo i medici, infermieri, forze dell’ordine e tutti coloro che devono lavorare pur avendo paura di contrarre il coronavirus, vorrebbero stare al posto nostro che ci lamentiamo comunque sempre.
Nonostante tutta questa stranezza, la scuola, un punto fermo per noi ragazzi, non si è  persa d’animo ed ha cercato una soluzione per farci continuare a studiare,  garantendoci il diritto allo studio citato nella nostra Costituzione attivando la cosiddetta “didattica a distanza. Per didattica a distanza si intende l’utilizzo di una piattaforma digitale (nel nostro caso Microsoft Teams )  grazie alla quale i professori e gli alunni interagiscono tra loro.
Il nostro dirigente scolastico, secondo quanto previsto dal dpcm dell’8 marzo 2020,  ha attivato tempestivamente, per tutta la durata della sospensione delle attività  didattiche nelle scuole, la modalità di didattica a distanza.
Sin dal primo giorno, i professori si sono dimostrati disponibili e ci hanno dato  supporto ed affetto durante questo periodo difficile.
Sembra quasi che in questo modo le distanze e le paure si azzerino.
Certo, non è come essere a scuola fisicamente, però dobbiamo collaborare nel nostro piccolo e rispettare ciò che ci viene chiesto. Mi manca vedere i miei amici, mi manca il confronto diretto a scuola, mi manca l’ aria fresca e andare in bicicletta.
Credo che questa didattica abbia un impatto positivo su ognuno di noi perché ci fa tenere la mente attiva ed allenata e ci fa sentire vicini ai nostri compagni e professori. Apprezzo molto questo sforzo da parte del preside e di tutto il personale docente per essersi preoccupato del futuro di noi ragazzi. Inoltre, questo periodo può esserci anche d’aiuto: possiamo finalmente dedicarci alle nostre passioni come il disegno, la cucina, la lettura o la scrittura. Questa pausa può finalmente farci ascoltare il nostro cuore e riflettere su qualcosa per cui non abbiamo mai avuto tempo.
Un altro aspetto a mio parere positivo, è il potenziamento delle competenze e conoscenze informatiche.
Forse, questa pandemia possiamo considerarla un’occasione di crescita: essere più amorevoli con gli altri, aiutarci, smettere di maltrattare la natura, diminuire l’inquinamento e rispettarci. Quando tutto questo finirà, apprezzeremo di più ciò che prima ci pareva normale, scontato; ad esempio uscire a fare una passeggiata, abbracciarci, dare una stretta di mano o  passare del tempo con le persone che amiamo.
Con loro infatti si superano tutte le difficoltà, anche quelle che apparentemente ci sembrano insormontabili come questo periodo.
C’è una frase di Papa Francesco che mi ha colpita molto: “Ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto proprio. Ma solo insieme. Nessuno si salva da solo!”
La reputo un’espressione toccante e veritiera perché in questa situazione d’emergenza siamo costretti ad essere distanti fisicamente, ma siamo uniti spiritualmente.
A dir la verità, io sono molto preoccupata, ma nel mio cuore è viva la speranza che quest’incubo finisca presto.
Adesso è tardi, mio caro diario e devo andare. Ma di certo ti riscrivo in questi giorni!

 

ElisaPia De Santis, 2A

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