Residenze artistiche MabArt: resoconto delle quattro giornate.

Il progetto MabArt è giunto al termine con i ragazzi protagonisti che si sono portati a casa la soddisfazione di aver partecipato a questa esperienza e qualcuno anche la vittoria. Ma cosa è successo in questi quattro giorni frenetici?

Il primo giorno, dopo aver fatto un lungo viaggio in treno, noi rappresentanti della scuola “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” siamo arrivati al parco archeologico di Pompei, ospiti della cerimonia di apertura dove sono state presentate le attività ed è intervenuto il direttore del parco Gabriel Zucktriegel che ha dato il benvenuto al parco ai 112 ragazzi di tutt’Italia, spiegandoci il valore dell’arte. Ci siamo poi recati presso l’anfiteatro del parco dove siamo stati suddivisi in team, in tutto sei per la scuola secondaria di primo grado, con lo scopo di progettare e di socializzare tra di noi ragazzi di tutte le scuole di Italia. Ogni team aveva un rappresentante delle sei scuole medie. Al rientro in albergo abbiamo già iniziato a lavorare con il tutor e il mentore all’interno del nostro team.

Il secondo giorno sveglia presto, colazione e via, alla volta di Pompei (ancora una volta) per cominciare con le vere attività. Nonostante il meteo avverso (raffiche di vento e pioggia a intermittenza), abbiamo iniziato l’esplorazione individuale guidati da una guida del parco. Abbiamo conosciuto la Pompei antica, sentito la sua storia, osservato i suoi reperti e immaginando gli antichi pompeiani. Dovevamo appuntarci tutto, secondo una “mappa di osservazione” che ci era stata fornita, in modo da cogliere la complessità e la ricchezza della vita di Pompei attraverso molteplici prospettive. Ci è stato detto di conservare i nostri appunti, ma non ci è stato svelato subito il perché.

Dopo un pranzo a sacco ci siamo recati alle tre stazioni dell’arte a Napoli Museo, Dante e Toledo. Anche qui, stesso esercizio di Pompei: una guida che ci ha condotto alla scoperta del più grande museo sotterraneo di arte contemporanea al mondo. Abbiamo mappato non solo i luoghi-non luoghi della metropolitana (corridoi, scale, banchine ecc…) ma anche installazioni, mosaici, statue, colori e opere interattive d’arte. Due esperienze uniche, che non scorderemo mai. Non sembravano vere, le stazioni, com’è possibile? Mi sono chiesto, che tutti questi quadri, affreschi, statue e colori possano finire in tre stazioni che le rendono uniche al mondo?

Dopo queste due esperienze mozzafiato siamo tornati in albergo, abbiamo cenato e… non a letto, ma a fare formazione!

In questa breve ma intensa formazione serale ci è stato svelato il perché di quegli esercizi assegnati la mattina prima: riordinarli in una collezione formata da categorie, dopo averli catalogati. Scoprire la data, i materiali con cui erano fatti e lo stato di conservazione era la prima fase riguardante Pompei. Finito ciò ci siamo dati appuntamento al giorno dopo: undici ore e mezza di formazione più una tantum serale, se fosse servita a qualcuno.

Il terzo giorno è stato il più complicato! Dopo una abbondante colazione per iniziare bene la giornata, subito in sala formazione per continuare il nostro lavoro, in modo residenziale.

Abbiamo iniziato a parlare della metropolitana: dovevamo ricordarci di un elemento presente in tutte e tre le stazioni e indicare in quali luoghi si potesse trovare (bagno, rotaie, banchine…). Successivamente abbiamo immaginato quale pubblico avremmo voluto visitasse le stazioni e quali sensazioni avrebbe dovuto provare.

Accantonata la metropolitana, siamo passati alla fase due del lavoro di Pompei. La creazione della collezione: dovevamo riunire tutti i reperti trovati che potessero avere un legame e dare un nome alla categoria.

Fatto questo ecco che ci siamo trovati davanti alla vera sfida, e cioè realizzare un’opera d’arte pubblica con un elemento del parco archeologico di Pompei, stabilito dal gruppo, da rappresentare in un luogo delle stazioni dell’arte, sprigionando la nostra fantasia. Le fasi erano: realizzare un bozzetto, creare il prodotto finale (alcuni hanno usufruito dell’IA (Intelligenza Artificiale) e inserire il tutto in una presentazione digitale che sarebbe stata presentata l’indomani, gareggiando con gli altri lavori dei sei team durante la cerimonia di chiusura.

Detto fatto, tutti i team a lavoro. Nessuno se ne sarebbe andato fino a che non avesse finito la presentazione, il disegno e avrebbe fatto la prova dell’esposizione. Eravamo emozionatissimi, volevamo vincere!

Alla fine, chi prima chi dopo, siamo riusciti a finire tutti e siamo andati a dormire con l’ansia e l’adrenalina alle stelle, non vedevamo l’ora che il giorno dell’esito, in cui tutto si sarebbe deciso, arrivasse.

Quarto giorno, l’ultimo. Sveglia e subito a fare un quarto d’ora di formazione, questa volta dovevamo solo provare, poi nell’auditorium per l’evento di chiusura.

C’era chi ripeteva nei corridoi, chi davanti all’ascensore, chi seduto su comodi divani, chi non ripeteva proprio: dovevamo fare in modo di non commettere errori per portarci a casa la vittoria.

Dopo poco, la cerimonia è iniziata. Hanno proiettato un video che riassumeva le tre giornate precedenti, molto eccitanti e intense. Poi è stata presentata la giuria che aveva quattro caratteristiche da rispettare per votare da uno a cinque stelle. Hanno iniziato le elementari, poi noi, le scuole medie.

Uno dopo l’altro i team hanno esposto e presentato fino ad arrivare ai docenti (anche loro gareggiavano).

I giuranti hanno votato e si è iniziato a calcolare i voti. A questo punto, l’ansia è salita alle stelle, tutti speravano di vincere ma solo un gruppo avrebbe potuto portarsi a casa il successo, il trionfo. Minuti di tensione, poi il fatidico annuncio: “I voti sono stati convalidati, ora possiamo dirvi i vincitori!”. L’ansia aumentava mentre il presentatore annunciava i vincitori delle elementari, poi noi, le medie.

Ha vinto il team 3 che, come rappresentante della nostra scuola aveva Elena De Palma (2E), ecco le sue parole:

“Quando hanno pronunciato le parole: “Ha vinto il Team 3!”. Il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata e le mani mi tremavano dall’emozione. Ero felice e orgogliosa del lavoro che io e il mio team avevamo fatto. Ero troppo emozionata che non riuscivo a dire una parola, infatti, quando mi hanno detto di dire qualcosa, ho solo detto che è stato bellissimo, una bellissima esperienza.”

 

Hanno successivamente nominato due ambasciatori delle medie, premiati per il loro comportamento che accompagneranno i vincitori alla prossima tappa. Uno dei due ambasciatori è stato Gianluigi Testini (2E), ecco le sue parole.

“Quando sono stato scelto come ambasciatore non ci credevo nemmeno io. Ero stato un pochino deluso dalla sconfitta precedente nella gara tra le opere d’arte, avevo dato il meglio di me stesso assieme ai miei compagni che hanno collaborato costantemente. Quando però ho sentito parlare di ambasciatori che dovranno rappresentare il gruppo MABart ho pensato di avere una piccolissima possibilità di poter essere scelto e così è stato. Prima di andare davanti al pubblico ho guardato il mio gruppo di lavoro che era contentissimo per me, io invece ero contento per me stesso ma mi sarebbe piaciuto vincere con gli altri perché se lo sarebbero meritati per l’aiuto grande che ci siamo dati, ma ormai sono pronto per il continuo di questa bellissima esperienza che non voglio più lasciare. Questo progetto mi ha colpito nel profondo e spero che questi due mesi passino come se fossero un secondo!”

 

Eravamo tutti soddisfatti, anche se un po’ di rammarico di non essere passati tutti, c’era. Ci portiamo comunque nel cuore questa esperienza sperando di trovare l’occasione di poterla riproporre.

Un particolare ringraziamento da parte mia va alla D.S. Rachele De Palma per averci dato la possibilità di partecipare a questo progetto e per averci supportato in tutte le sue fasi, alla prof.Sa Eugenia Spaccavento per averci supportati e sopportati, ai miei compagni di viaggio Giulia D’Aniello (2D), Giorgia Chiarulli (2E), Marco Montaruli (2Bs), Elena De Palma (2E), Gianluigi Testini (2E) e Elena Di Vittorio (2Cs) per aver reso questa esperienza più vivace, una esperienza che non scorderò mai.

Auguro un percorso lungo e felice per Gianluigi ed Elena con la speranza che possano arrivare lontano per rappresentare la nostra scuola scuola!

Del Vecchio Domenico, redazione. Con la collaborazione di Testini Gianluigi e De Palma Elena 2E

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