A Sanremo non sono solo canzonette. Quando la musica diventa potente

Ghali AmdouniGhali Amdouni, noto rapper italiano, ha partecipato a Sanremo 2024 e ci ha lasciato un testo potente, intitolato: “Casa mia”. Il brano contiene una conversazione tra un umano e un extraterrestre e vengono sottolineate molteplici tematiche come l’influenza della tecnologia nei confronti dell’’uomo moderno, la ricerca delle proprie radici, l’assurda pretesa di tracciare confini e di fermare i fenomeni migratori, la guerra. 

Sono innumerevoli gli spunti che aprono alla riflessione.
Analizzando il testo, facilmente emergono elementi interessanti e grazie ad un ritmo orecchiabile se ne rende agevole la comprensione. Ritengo che il brano sia piuttosto originale e allo stesso tempo significativo. L’artista riesce a non rendere
pesanti all’ascolto certe tematiche (anche solo questa motivazione ci permette di poter definire il testo organico e originale). Inoltre, ho apprezzato il coraggio dell’artista nel dare voce a una scrittura così forte, trasmessa alla TV nazionale e questo per diverse ragioni. In primis, per via del grande numero di ascolti che Sanremo comporta. Dato che ci sono molti giovani collegati in diretta durante questo evento, è altamente probabile che Ghali abbia contribuito ad illuminare la mente a moltissimi tra loro, ma anche ad un pubblico più vasto.

Moltissimi spettatori dopo aver ascoltato una canzone di questo calibro, insolita e unica nel suo genere, hanno cercato indubbiamente il significato del brano perché fortemente incuriositi. Tuttavia, si tratta di un testo che non tutti hanno accolto di buon grado…

Sanremo cela interessi diversificati e taluni si attenderebbero una propaganda diffusa in tutte le sue sfaccettature, resa più leggera dalla sigla del Festival della canzone italiana. I risultati non hanno tardato ad arrivare. Un NO AL GENOCIDIO e un SÌ ALLA PACE espressi in TV hanno portato a un comunicato RAI per contestare queste importantissime parole, peraltro doverose, visti i drammatici eventi bellici che si stanno verificando intorno a noi. A scuola, come in famiglia, ci viene insegnato che la guerra è sempre un orrore e che dobbiamo impegnarci a promuovere la pace e poi? Forse la guerra fa comodo ad alcuni, è motivo di ricchezza e i feriti ed i morti non pesano sulla coscienza di tutti? E allora mi chiedo se in Italia c’è veramente la democrazia, se la libertà di parola e di opinione sono davvero diritti sacrosanti.  Se non viene riconosciuta la libertà a un’artista, come contiamo di raggiungere la pace? Ed è anche su questo che Ghali ci fa riflettere: il quadro della società moderna.

Apprezzo certamente più il suo NO AL GENOCIDIO che la censura che trovo imbarazzante. La risposta dei social non ha esitato a farsi attendere: milioni di utenti sono stati pronti a condannare questa forma di censura.  La Costituzione dove è finita? A mio parere, FARE RUMORE è fondamentale nell’Italia di oggi. Ci possono essere altre decine di interrogativi. Ma voglio esprimere il mio grazie a Ghali: ci ha offerto la possibilità di riflettere. E mi piace pensare che i confini non esistano e che il nostro mondo sia la casa di tutti. 

Emanuele Di Domenico, 3A 

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