Fin dall’antichità e anche fino agli anni ’60 le persone lavoravano principalmente nell’agraria, il mestiere del contadino era una professione molto diffusa e le persone si accontentavano dei pochi agi che si potevano permettere. Gli uomini erano gentili tra loro e nessuno imbrogliava l’altro perché erano tutti uguali.
La disoccupazione non era un problema perché c’era sempre bisogno di lavoratori nelle campagne. Dopo l’industrializzazione dell’Italia, molti braccianti si sono ritirati perché era più comodo lavorare in fabbrica. Purtroppo, le fabbriche non potevano assumere molti lavoratori e quindi, col passare del tempo, per i giovani andare a lavorare in campagna non era più un’opzione. Così la disoccupazione cresceva e le tecniche per lavorare la terra stavano scomparendo. Per fortuna sono subentrati i lavoratori extracomunitari che oggi stanno apprendendo le tecniche di lavoro più complesse… alcuni di noi li vedono come invasori, ma io li vedo come alleati che sono venuti in Italia e ci hanno salvati dalla scomparsa dei mestieri più antichi e faticosi. Speriamo che tra qualche anno anche i nostri giovani si interessino a questa professione molto utile.
Giuseppe Di Cosola 1Bs, redazione