Un anno sospeso

Siamo giunti alla fine dell’anno forse più strano e surreale della nostra vita: chi si sarebbe aspettato a settembre scorso una cosa del genere? Normalità per 6 mesi e poi quel mercoledì pomeriggio 4 marzo che ci ha costretti a rimanere relegati in casa per 2 mesi. Quello, era un periodo nel quale nessuno di noi desiderava andare a scuola: adesso, vogliamo tornarci il più presto possibile. Per quest’anno, niente gavettoni fuori dalle mura scolastiche, niente festa di fine anno e nessun contatto fisico con i nostri compagni e professori. Quest’anno è andata così. Vorrei però cercare di non vedere i lati negativi di quest’assurda e spaventosa avventura, e di trovare, anche in un periodo di sbandamento, dei lati positivi: quest’esperienza ci ha fatto capire cos’è davvero l’essenziale e ci ha aiutato nel migliorare le nostre competenze riguardo l’utilizzo dei dispositivi digitali. Un piccolo e insignificante schermo ci ha consentito di unirci almeno virtualmente e di scambiare opinioni riguardo questo mostro che ha infettato milioni di persone e che ne ha uccise centinaia di migliaia. Io vorrei ripartire da qui, dalla nostra unione che ha permesso di superare questo grande ostacolo che è stato e che è il Coronavirus. Forse, i valori appena elencati li abbiamo imparati troppo tardi, ma “Meglio tardi che mai” dice un famoso proverbio!

Federico Tamborra 2F

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi