Lorella Rotondi: una bambina ai tempi delle foibe!

di Flavia Bove e Daniel N. Zlotkowski, 3F redazione

Perché la notte: arte e poesia si intrecciano per trasmettere emozioni, sentimenti e valori! La scuola organizza un’esperienza formativa presso il plesso Carducci-Giovanni XXIII che coinvolge i ragazzi di terza media.
Il giorno 12 febbraio ci siamo riuniti per riflettere sul giorno del ricordo delle vittime delle Foibe insieme alla scrittrice Lorella Rotondi, autrice dell’albo illustrato “Perché la notte”.

La manifestazione ha dato il suo via con un filmato realizzato da alcuni attori locali nella cui trama il protagonista era un bambino di circa otto anni che chiede, alla gente del suo villaggio, cosa significasse il termine Foiba, ma purtroppo non riesce a chiarire i suoi dubbi. L’autrice attira immediatamente la nostra attenzione mediante il racconto poetico che narra di una delle vicende più tristi della storia dell’uomo e merita di essere ricordata nel segnalibro della memoria. Si tratta di una tragedia che colpì migliaia di italiani, dalmati e istriani vista attraverso gli occhi di una bambina. Se pur timorosa, cerca di far spazio alla sua voce per protestare contro un’oscurità terrificante.

Lorella Rotondi vuole, per certi versi, svelarci la verità di una ferita ancora oggi aperta e farci rievocare quella drammatica realtà storica che potremmo definire “scomoda”. Il confronto con la scrittrice è molto efficace in quanto è riuscita a creare un ponte di comprensione del peso della memoria e di farne leggerezza. La metafora della notte è considerata il palmo della mano degli uomini, infatti, nel libro il buio ingoia anche il babbo e la mamma che hanno paura di addormentarsi ma fortunatamente a consolarli c’è il peluche e il pensiero che il chiarore dell’alba restituisce tutto.

La forma narrativa utilizzata è caratterizzata dalla scelta di scrivere un testo formato esclusivamente da domande a cui il lettore in autonomia troverà una risposta. La formula del “perché”, secondo la scrittrice, è il modo con cui la bambina poteva colmare il vuoto che la circondava. L’illustratrice Daria Palotti, inoltre, ha dato un contributo importante al successo di tale libro. Con le sue rappresentazioni ha inciso un segno indelebile, essendo capace di far trapelare da ogni pagina gli stati d’animo dei personaggi, i pensieri e sentimenti di rabbia, paura, dolore e solitudine. Ha restituito delicatezza all’orrore di quella vicenda. Alcuni ragazzi pongono delle domande all’autrice del libro che risponde affermando – “I miei sentimenti sono nutriti dal perdono, oggi la preoccupazione è soprattutto per la Russia e l’Ucraina e per le poetesse afgane come Nadia Yuman, vittima di femminicidio da parte di un marito che la ‘adorava’ (?), ma non sopportava la sua superiorità intellettuale poiché gli faceva ombra.” – e continua dicendo – “Avete mai provato a dare un vostro contributo alla società? Vi consiglio di fare un’esperienza civile, ad esempio un associazionismo o volontariato, tra i quali la Croce Rossa. Noi siamo esseri in dialogo. Ciò è accaduto anche per l’egoismo”. Ecco il motivo per cui cita Mazzarò ossia il protagonista della novella “La roba” e ribadisce che siamo una società basata sul materialismo, ma non sulla vera essenza della vita. – “Quello che non fai capire bene non è stato spiegato bene. Quando si dice di fare la pace, è un abuso perché si fanno le paci. Prima di essere poeta sono soprattutto uno storico. La storia è una scienza.” – sostiene la scrittrice.

Dunque, Lorella Rotondi ha permesso a noi ragazzi di immedesimarci per un istante in quell’orribile realtà. Abbiamo potuto dimenticare la normalità come se un pezzo della nostra vita ci fosse stato tolto e restituito con una maggiore ricchezza interiore. È dovere morale ricordare quanto accaduto, indelebile nel cuore e nella pelle dei sopravvissuti, ormai parte della memoria dell’Umanità! Il nostro compito è stato farne tassa di risonanza dando la possibilità alle parole della scrittrice di moltiplicarsi…ora tocca a voi!

 

 

 

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