di Francesco Fracchiolla, 3B
Ruvo di Puglia, lunedì 14/03/2022
Signora Natalia,
ti scrivo per chiederti come hai fatto ad avere così tanta forza scappando dal tuo Paese, l’Ucraina, per arrivare fino alla Calabria e portare in salvo i tuoi piccoli ed innocenti bambini lasciando i maschi maggiorenni della tua famiglia lì a combattere per la Patria. Tutto ciò a causa di un conflitto scoppiato circa diciotto giorni fa contro la Russia per la prepotenza di un oligarca. Al telegiornale si parla tutti i giorni di quanta gente come te lascia la propria casa in cerca di salvezza, senza una meta ben precisa pur di evitare la morte.
I tuoi occhi sono molto tristi e preoccupati per le sorti del tuo Paese ma sai, allo stesso tempo, che sei riuscita a fuggire salvando delle vite che guerre non avrebbero mai dovuto vedere. Ti dico questo perché, nonostante si cerchi ancora oggi di ricordare i grandi conflitti mondiali per evitare che si ripetano, un uomo come Vladimir Putin pensa che l’uccisione e la distruzione siano l’unica alternativa al dialogo.
Ora sei al caldo mentre prima fuggivi dalle bombe ed il suono che udivi più spesso era quello della sirena anti-aereo invece della musica della radio o del semplice fruscio del vento. Ora sei in un appartamento dignitoso, ma prima ti nascondevi costantemente in un bunker freddo, piccolo e buio con tutta la tua famiglia in attesa che i bombardamenti finissero o che i soldati russi abbandonassero la zona.
Credo che nessuna guerra sia in grado di risolvere i problemi perché la violenza non è mai giustificabile. Proprio per questo spero che tutto ciò finisca al più presto evitando di nuocere ancora di più a voi ucraini ed anche ad abitanti di altri Paesi nel caso in cui questo assurdo conflitto si dovesse allargare.
“Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra.” (Jim Morrison)
Francesco Fracchiolla