GEOSCHOOL: didattica attiva all’aria aperta per la scoperta della geodiversità

Ruvo di Puglia e le sue meraviglie.
A cura di Marco Montaruli, 1Bs

torrioni

In data 12 novembre 2022 la nostra classe (1Bs) ha partecipato al progetto GEOSCHOOL, dedicato alla scoperta del territorio in cui viviamo per conoscerne la geodiversità. Con la professoressa Angela Ciocia e la guida Giuseppe Carlucci, siamo andati in giro per le strade di Ruvo di Puglia, per scoprirne le origini e la geologia, oltre che per conoscere l’urbanistica del lontano passato. Inoltre abbiamo anche parlato dei materiali lapidei, cioè delle pietre, con cui Ruvo di Puglia è stata costruita.

Infatti Ruvo è una città molto antica costruita in pietra calcarea (in chimica: CaCO3). Circa cento milioni di anni fa la Puglia era completamente sommersa dalle acque, poi è emersa: questa è stata una scoperta del 1999, quando nei pressi della Cava Pontrelli vicino Altamura, sono state scoperte delle orme di dinosauro terrestre. Questo rinvenimento ha fatto comprendere che anche durante l’ultimo periodo del Cretaceo la Puglia era già emersa, per poi tornare ad essere sommersa. In questo mare primordiale c’erano gli Ittiosauri (dinosauri marini) ed anche conchiglie e microorganismi marini. I gusti di queste conchiglie, poi, si sono depositati e accumulati sul fondo del mare, fino a diventare pietra, perché il guscio delle conchiglie è fatto di carbonato di calcio. Con il tempo questi gusci si sono pressati e compattati fino a diventare pietra. Ed è proprio con la pietra presa dalle cave vicino il paese, che Ruvo è stata costruita.

Il comune di Ruvo di Puglia è uno dei tredici paesi che appartengono al Parco Nazionale dell’Alta Murgia, che è un “Parco Rurale”, cioè il terreno presente all’interno del parco è privato e coltivato. Tutta la nostra regione, tranne una parte della Piana di Foggia, è fatta di Murgia, cioè di pietra (infatti il termine “Murgia” deriva dal latino “murex” che significa pietra). Questa però è una pietra particolare, detta PIETRA CARSICA, infatti è stata lavorata dall’acqua per milioni di anni. Infatti in Puglia c’è il fenomeno del carsismo (dal Carso triestino), che è un fenomeno per il quale si ha lo scioglimento della pietra da parte delle piogge acide, che dissolvono il carbonato di calcio, creando degli spazi, dei buchi (tipo una groviera), delle fessure. Avendo tanti buchi nella roccia, l’acqua scorre nel sottosuolo, fino ad arrivare alle falde acquifere e poi al mare, dove si creano delle risorgive. Dunque acqua e pietra danno origine alla morfologia superficiale del nostro territorio.

Dopo averci spiegato un po’ la morfologia del nostro paese, la guida Ufficiale del Parco dell’Alta Murgia Giuseppe Carlucci, ha cominciato a spiegarci l’origine del nostro paese, partendo dai torrioni.

torrioneI torrioni erano a margine dell’antica città ed erano le mura della città, che aveva una forma quadrangolare. Infatti ad ogni angolo della città c’era un torrione (oggi ne restano solo due). L’antica città di Ruvo di Puglia era completamente attraversata dalla Via Traiana, di colore scuro perché fatta di pietra lavica, che parte da Roma ed arriva fino a Brindisi. Le mura hanno una fascia marcapiano.

Tra i due torrioni c’era una delle porte dell’antica città di Ruvo di Puglia, Porta Noè (ad est) che era fortemente fortificata (gli antichi infatti dicevano “Rubis fortissima castra”), aveva una doppia cinta muraria, su cui c’erano delle feritoie. La prima cinta muraria si trovava più all’esterno (dove oggi c’è Piazza Bovio). Tra le due mura c’era un fossato profondo, che permetteva di colpire facilmente i nemici.

Dove ora c’è il corso, c’era un profondo fossato inclinato verso il basso, ciò significa che la prima cinta muraria aragonese era posta oltre Corso Cavour. Le mura erano larghe almeno cinque metri e nelle mura c’era una galleria che veniva seguite dai difensori della città antica e attraverso questa potevano spostarsi da un punto all’altro in caso di attacco. Inoltre sulle mura c’era una specie di corridoio su cui loro potevano camminare e spostarsi lungo le mura. Percorrendo le mura della città, arriviamo fino a Piazza Dante dove doveva esserci l’altro torrione.

volta in pietraIl centro storico della nostra città è fatto in modo particolare: ci sono dei passaggi stretti e poi delle piccole piazzette. Le strade strette servivano per difendersi meglio dagli attacchi nemici: infatti le strettoie permettevano il passaggio di sole due persone per volta. Poi si arrivava in una piazzetta larga, dove qui c’erano delle torri da cui si poteva colpire i nemici cogliendoli impreparati.

Vicino alle case c’erano delle pietre, per evitare che le ruote dei carri trainati dai cavalli, che un tempo avevano una ruota larga con un mozzo di ferro, potessero rovinare l’angolo della muratura della casa: erano PIETRE PARACARRI.

Nella città antica c’erano degli archi che collegavano le case tra loro.

angoli della città

Gli archi avevano una duplice funzione: da un lato permettevano ad eventuali difensori di spostarsi da una parte all’altra senza dover scendere per strada, dall’altro dal terrazzino si potevano scagliare frecce contro i nemici che dovevano per forza passare da sotto l’arco. Quindi gli archi avevano una ragione difensiva.

piazza le monacheIl viaggio è continuato presso PIAZZETTA LE MONACHE, così chiamata perché qui c’era un monastero. Dopo il crollo del monastero, fu costruita la piazza del pesce (“la chiazz du piesc”) in cemento armato, poi abbattuta ed oggi c’è una piazza.

Dall’evoluzione di questa piazza comprendiamo come cambia l’urbanistica di un comune.

Oltre alla porta che si apriva ad est sulla via Traiana, c’era anche un’altra porta ad ovest che si apriva su Piazza Matteotti, che si chiamava Porta Castello, nei pressi del castello dei principi Melodia, che aveva anch’esso una funzione difensiva verso ovest e davanti ad esso c’era un grande torrione, la cosiddetta Torre del Pilota.

 

Tra il castello e il torrione c’era la possibilità di difendere bene la città antica.

Piazza castelloLa città di Ruvo di Puglia è stata anche un’importante città della Magna Grecia (allora era chiamata Ryps). Però è molto più antica, risale addirittura alla Preistoria. Quando hanno scavato la piscina comunale hanno trovato i resti di una città di oltre quattromila anni fa risalente al Neolitico.

Ma quando hanno costruito l’acquedotto? L’acquedotto fu costruito nel 1914 e l’acqua arrivava dalla Campania.

Quindi come si faceva prima? L’acqua veniva presa dai pozzi, infatti a Sud c’erano tante zone di acqua sorgiva oppure veniva presa dalla botte che passava per la città.

Si cercava di recuperare dell’acqua anche dai tetti dall’acqua piovana che finiva nelle cisterne e la si utilizzava per lavarsi, bere, etc. Anche l’ipogeo di San Cleto era una cisterna d’acqua.

visicchio visicchio

La visita è proseguita nel laboratorio del sig. Visicchio, un artigiano che scolpisce la pietra calcarea, creando delle piccole opere d’arte. Abbiamo visto i mosaici da lui realizzati con pietra calcarea spezzata e colorati. Tra gli strumenti che usa nel suo lavoro abbiamo lo scalpellino, la mazzuola, il pennello e il punteruolo.

visicchio

Questo dimostra quanto la pietra sia duttile e facilmente lavorabile.

 

Abbiamo poi visto un fungo fossile di milioni di anni fa. Infatti tra le strade del nostro paese c’era la Sagra del fungo cardoncello. Ecco perché abbiamo parlato anche con i micologi che ci hanno indicato l’importanza di conoscere le varie specie di funghi per evitare intossicazioni.

E’ stata un’esperienza importante che ci ha permesso di conoscere aspetti del nostro paese che non conoscevamo e di apprezzarne le caratteristiche nascoste, che vanno salvaguardate perché fanno parte della nostra storia e del nostro passato.

Si ringrazia la Prof.ssa A. Ciocia per il supporto

 

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