Facciamo diventare virale #l’amore

Da pochi giorni noi ragazzi ci siamo ritrovati di fronte ad un nuovo modo di fare scuola che, a dire il vero, mi sta un po’ stretto e mi fa rimpiangere tanto i contatti umani con professori e compagni. Ma è anche vero che la didattica digitale da casa mi sta facendo scoprire quanto l’animo umano possa essere profondo. Mi riferisco alle parole cariche di significato e di sentimento presenti nella lettera dello psicoterapeuta Alberto Pellai, che mi ha aiutato a spostare l’attenzione da me a tutto ciò che mi circonda. Leggendo il suo pensiero ho compreso quanto io posso tranquillamente considerarmi un privilegiato, un adolescente che questo virus non intaccherà mai, o quasi mai, stando alle indagini.

É da privilegiato che devo guardare questa situazione nella quale devo essere un’ancora per le persone deboli e una speranza per le persone che lavorano con quelli più deboli. Nella lettera si fa riferimento agli anziani e immediatamente mi è tornata in mente la figura di mia nonna, che abita nel mio stesso condominio. E da quando ho letto questa lettera non faccio altro che rincuorare e rasserenare mia nonna con la quale fortunatamente trascorro momenti all’insegna della spensieratezza, evitando che lei guardi in continuazione il bombardamento di notizie negative ai Tg, nei quali la vita degli anziani è descritta come costantemente a rischio. Sto trascorrendo attimi indimenticabili ed irripetibili accanto a una persona piena di ricordi e di saggezza, che in qualche modo ha fatto sì che io adesso sia al mondo e che in questo momento ha bisogno del mio aiuto, della mia spinta morale. Ma aver rivolto lo sguardo fuori di me e non dentro di me mi ha consentito di guardare non solo la bellezza e la profondità d’animo di mia nonna ma anche quella di medici e infermieri che quotidianamente si confrontano con il virus: a loro dedico ogni mio pensiero a fine giornata. La didattica classica e la didattica digitale da casa potranno pure essere impegnative ma sono un privilegio per noi ragazzi, mentre il lavoro di medici e infermieri è solo esclusivamente impegnativo e merita rispetto. Così come ogni lavoratore e ogni persona con la quale mi sto relazionando in questo periodo vedo che sta compiendo numerosi sforzi. Mi riferisco alla mia stessa mamma, al mio papà, agli stessi miei docenti che si stanno mettendo in gioco per il bene di noi ragazzi, per trasmetterci fiducia in un domani nel quale noi saremo i protagonisti.

Non voglio arrivare preparato solo scientificamente a questo domani che spero prossimo; so che ci arriverò preparato anche moralmente grazie alla lezione di Pellai, grazie a medici e infermieri, ai miei docenti, a mia madre, a mio padre e soprattutto …..a mia nonna.

Alberto Cantatore, 2F “Cotugno”

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