Distanti ma uniti per salvare le nostre vite

Questo è un periodo strano, difficile per tutti noi e per l’Italia intera, oltre che per il mondo stesso. Ormai le nostre vite sono state stravolte da un nemico invisibile: tutto sembra un incubo, da cui non riusciamo a svegliarci, tutto il mondo sembra essersi improvvisamente fermato.
Pensiamo, però, che noi ragazzi dovremmo per certi aspetti ringraziare questo virus perché ci sta permettendo di capire cose che normalmente non avremmo mai compreso. Per esempio il valore dell’amicizia che ora va coltivata a distanza; l’importanza di avere dei familiari da proteggere, in questo momento, restando a casa e per quanto possa essere dura è un’azione che ci rende dei veri supereroi. La fondamentale presenza dei docenti, che cercano di renderci le giornate più colorate perché tutto ormai è diventato grigio. E’ difficile pensare ad una scuola diversa, rappresentata dalla piattaforma Microsoft Teams sulla quale si svolgono lezioni che ci permettono di interagire con docenti e compagni.

Sembra strano ringraziare questo assassino invisibile, ma una volta usciti da questo incubo ci renderemo conto di essere diventati più forti e uniti.
E’ dura avere il piacere di uscire sul balcone per sentirsi meno privati del senso di libertà, ma poi scoprire una città abitata da paura e mascherine chirurgiche che cercano di proteggere i ruvesi tristi e preoccupati.
E’ dura sentirsi in gabbia in casa propria, pensare ad una domenica senza amici, come ad un Natale senza famiglia e regali.
Ma dobbiamo essere forti, dobbiamo restare uniti e lo sa anche Alberto Pellai che ha scritto una bellissima lettera per farci capire la frustrazione dell’Italia piegata dal coronavirus. La forza d’animo che noi italiani abbiamo dobbiamo sfruttarla come sta facendo l’esercito dei medici, paramedici, infermieri e tutti coloro che si occupano della vita degli altri, pur mettendo a rischio la loro. Infatti scrive: “Tutto il personale sanitario che in questo momento sta combattendo una guerra che rischia di essere superiore alle forze in gioco”. Inoltre ci fa capire che non solo noi ragazzi ci sentiamo in un vortice che sembra non avere fine. Anche i nostri genitori, coloro che normalmente sembrano avere tutte le risposte, si trovano nella nostra stessa situazione. E dice così: ”’L’adulto è quello che sa le risposte e le fornisce al bambino che gli fa domande. Noi di fronte a questo virus siamo pieni di domande: Perche? Quanto dura? Come si fa a sconfiggerlo? Come posso essere certo di non averlo preso? Siamo tutti bambini di fronte al COVID 19 fondamentalmente irresponsabili, perché queste risposte non le abbiamo. Le stiamo trovando.”
Inoltre Pellai ci fa capire che nessuno sta negando il fatto che noi ragazzi siamo disorientati in questo momento, ma dice che dobbiamo restare uniti per sconfiggere questo stato d’animo, infatti scrive: “Niente avrebbe dovuto piegare il vostro diritto di libertà”. E ancora: “Dovete vivere questo tempo come tempo di impegno. Continuate a studiare, a riempire lo spazio di vita confinato che avete disponibile di bellezza e di significato. E’ un tempo di sacrificio, questo. E anche l’etimologia della parola sacrificio è importante: perché vuole dire -rendere sacro-. Non c’è nulla di più sacro della vita e del suo valore. E oggi la vita va difesa. Più di tutto. Più di sempre”.
Non dobbiamo perdere tempo a fare differenze tra nord e sud: abbiamo tutti lo stesso sangue tricolore e molti italiani rischiano la vita a causa del Coronavirus. Non serve a nulla far sorgere incomprensioni, specialmente in questi momenti “critici” in cui abbiamo bisogno di una forza che si può sprigionare solo restando uniti come hanno fatto i nostri antenati nei momenti difficili come quelli caratterizzati da una nuova malattia.
E’ certo che se anche noi, nel nostro piccolo, prendessimo per mano il mondo e lo aiutassimo in questa importante sfida potremmo sconfiggere questo silenzio assordante che ha bloccato la nostra penisola e impedendo al Coronavirus di abbattere altre vite.
Forza! Ascoltiamo tutti i consigli dei medici e ne usciremo! E’ una promessa che dobbiamo e possiamo portare a termine.
Andra tutto bene, ma per il momento, #NOIRESTIAMOACASA

Asia e Adriana, 2F “Cotugno”

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