Con il Covid in corsia

I medici in questo periodo lavorano molto e mettono in ballo le proprie vite per quelle dei pazienti, infatti vengono chiamati eroi. Ci siamo mai chiesti come si sentono? Cosa provano? Cosa pensano? Ascoltiamo cosa ci vuole dire un’infermiera di 24 anni, del reparto 

infermiere “Mi sono laureata quest’anno e dopo qualche settimana mi hanno assunta. Per me è stato impegnativo, avevo paura perché è sicuramente un’esperienza emotivamente importante e credevo di non essere pronta, non credevo di potercela fare. Però allo stesso tempo ero entusiasta di poter aiutare i pazienti affetti dal Covid-19. Io fortunatamente mi sono rapportata bene con i miei colleghi che tra l’altro venivano con me all’università quindi, conoscendoci, abbiamo fatto gruppo e ci siamo inseriti in questa nuova realtà. Io mi occupo di pazienti molto gravi, lavorando nell’unità intensiva-semintensiva. Lo stato di salute dei pazienti ci porta a un coinvolgimento emotivo, però affrontiamo con forza la situazione per cercare insieme ai colleghi e alle equipe medica, una soluzione per guarirliTra le tante situazioni, la storia che mi è rimasta più A cuore riguarda una signora di circa 40 anni che ha contratto questa orribile malattia ed è finita a stare con la respirazione assistita, con le giuste cure si è ripresaha potuto riabbracciare le figlie e i suoi cari, ci ha ringraziato ed è tornata a lavorare. Soprattutto ai giovani vorrei dire che è naturale la voglia uscire e relazionarsi, ma è doveroso rispettare le regole: distanziamento, mascherina, lavarsi le mani…” (Angelica Tangari dottoressa in scienze infermieristiche presso ospedale San Paolo Di Bari nel reparto Covid-19 unità intensiva-semintensiva) 

Abbiamo capito che questa realtà è davvero grave e che il Covid-19 è un virus letale. Supereremo tutto grazie ai medici e a tutte le persone che nel loro impegno sociale contribuiscono a trovare le cure migliori. 

A noi cittadini responsabili non resta altro che rispettare delle semplici regole e affidarci agli scienziati specialisti. Grazie ai nostri “eroi” di tutti i giorni! 

Marialuisa Barile1Cs, redazione

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